Il desiderio viene descritto in psicanalisi come un’irruzione nel continuum della coscienza, e infatti non a caso si dice di ‘essere presi dal desiderio’.
Di solito il nostro io ha una relazione passiva e inconsapevole nei confronti dei desideri, che affollano la mente creando squilibrio emotivo; altre volte, si ha una relazione rigida e svalutante rispetto a essi, non riconoscendo che sono comunque espressione di vitalità.
Quella del Buddha è una via mediana, libera sia dalla compulsione alla realizzazione dei desideri sia dalla loro repressione.
Per Freud il principio di realtà è prendere consapevolezza che il soddisfacimento del piacere non può essere mantenuto indefinitamente, ma finisce sempre col cedere il passo alla tristezza, così come nel Buddhismo gli si riconosce quella fondamentale caratteristica che è l’impermanenza.
Durante gli incontri previsti avremo l’opportunità di relazionarci con le dinamiche emotive dei nostri desideri attraverso la pratica della meditazione, la quale indurrà uno spazio di consapevolezza che favorirà il sorgere di uno stato mentale equilibrato e rilassato.
Il filo conduttore del processo di elaborazione che attiveremo durante i quattro incontri previsti promuove una comparazione-integrazione tra il sentiero buddhista e la psicanalisi, e si ispirerà al testo di Mark Epstein, Buddha, Freud e il desiderio.