Lo scopo della logica è quello di capire cose che non sono direttamente percepibili.
Nella sua stessa essenza, la logica è lo studio di come formulare una ragione valida con una comprensione risultante che trova corrispondenza nella realtà del mondo. Lo scopo di questo metodo è quello di consentire una comprensione più profonda del proprio mondo di esperienze e delle interazioni tra di esse.
In larga misura tutti noi traiamo conclusioni basate su ipotesi del come crediamo che le cose siano.
Basandoci sulle ipotesi compiamo delle azioni che producono risultati piacevoli o spiacevoli, fruttuosi o infruttuosi, attesi o inattesi.
Ciò che la logica ci consente di fare è cercare di portare le nostre ipotesi il più vicino possibile alla realtà di una situazione in modo che le nostre azioni correttive corrispondano al mondo e il risultato derivato non sia fuorviante.
Un piccolo esempio portato nella nostra quotidianità può essere rappresentato da una situazione comune che può capitare tutti andando a fare la spesa, ad esempio andando a comprare frutta:
il fruttivendolo cerca di convincerci che tutti i suoi meloni sono dolci e ci offre un assaggio.
Appuriamo che il melone che stiamo assaggiando è veramente dolce. Questo porta la nostra mente a creare il nesso che anche tutti gli altri meloni del lotto, venduti da questo negoziante, siano dolci.
Di conseguenza compreremo più meloni di quanto avremo previsto.
Se la nostra ipotesi verrà confermata, continueremo a tornare nello stesso negozio a comprare meloni finché un giorno non otterremo un melone insipido.
Da quel momento in poi il negoziante diventerà un bugiardo e perderemo fiducia in lui. Questo potrebbe condurci da un altro venditore di frutta che ci convincerà di essere migliore dell’altro offrendoci un’arancia dolce da mangiare e ricominciamo tutto da capo!
Il problema però non è riconducibile al negoziante o ai meloni ma alla nostra supposizione sbagliata.
Dal punto di vista tecnico, la ragione per cui abbiamo formulato l’ipotesi, era errata e quindi aspettarsi un risultato corrispondente alla realtà era impossibile sin dall’inizio.
Lo studio della logica aiuta a comprendere la differenza tra una ragione corretta e una non corretta per ottenere una maggiore coerenza tra le nostre ipotesi e i loro risultati.
Nel contesto buddista , lo scopo della logica è di rimuovere le certezze basate su supposizioni errate, caratteristica che accomuna tutti noi.
Le certezze basate su supposizioni errate, a loro volta, ci limitano a modelli su cui facciamo affidamento, che non sono necessariamente lo specchio di ciò che effettivamente pensiamo o sentiamo di essere e da ciò può scaturire una percezione di scontento e disagio.
La sequenza in cui si procede con l’uso della logica è indirizzata prevalentemente alla determinazione di quale sia una ragione valida.
Una volta che una ragione è stabilita, si inizia ad utilizzarla testando le ipotesi susseguenti.
Se l’analisi logica ci porta ad avvalorare l’inesattezza delle ipotesi, il solo rendersene conto, ridurrà gradualmente la loro presa su di noi e ci permetterà di uscire dagli schemi errati.
Il restare bloccato in cicli di abitudini, improduttivi e dannosi è ciò che è definito come Samsara.
La rimozione dei cicli abituali facendo luce sulla loro natura errata e la liberazione dall’esserne sopraffatti è noto come Nirvana.
Per il ruolo che la logica assume nella rimozione delle ipotesi errate, nello studio del buddhismo si colloca in una posizione centrale.
Il metodo con cui si applica la logica nello studio del buddhismo, è attraverso argomenti dialettici ed è comunemente chiamato dibattito,
Troveremo l’oggetto dei nostri argomenti nella letteratura buddhista che quindi diventeranno i contenuti d’analisi su cui si costruirà il dibattito
Una volta imparata, la tecnica del dibattito può essere utilizzato per qualunque cosa.
In questo primo appuntamento inizieremo basandoci su un noto testo, Dudra, o Raccolta di soggetti, una raccolta di termini e concetti importanti negli studi buddisti.
Il contenuto del testo non è religioso, in alcun modo.
Piuttosto, è una classificazione del nostro mondo fenomenico in modi diversi, specificamente adattata per la dialettica.
Sulla base di questo contenuto, che sarà indispensabile in tutte le fasi future, si imparerà l’analisi dei concetti utilizzando il metodo dialettico. condotto sotto forma di discussione tra due persone o in un gruppo.
Poiché inizialmente è difficile comprendere la linguistica del dibattito, è necessario dedicare un po ‘di tempo alla familiarizzazione del processo ma una volta che avremo imparato il metodo, questo sarà sempre applicato come il principale metodo di dialogo nello studio del testo.
Dopo aver compreso il mondo fenomenico, l’argomento di studio e discussione sarà la natura della mente che percepisce il mondo., definito più notoriamente come psicologia buddista.
Il successivo soggetto sarà il modo in cui la mente si impegna con i suoi oggetti.
Gli oggetti che percepiamo possono essere divisi in quelli che possiamo percepire direttamente e quelli che possiamo percepire attraverso l’inferenza. L’enfasi principale è focalizzata su come, attraverso l’inferenza possiamo conoscere i fenomeni molto nascosti
Poiché l’inferenza è corretta o errata in base al motivo per cui viene utilizzata, verrà insegnato ciò che definisce una ragione corretta o scorretta .
Analizzando questi tre argomenti tratteremo i fenomeni, la mente che percepisce i fenomeni e il modo in cui avviene la percezione.
L’insieme dei tre argomenti costituisce la materia introduttiva agli studi buddisti tuttavia, la loro comprensione ed in particolare, la comprensione del metodo logico e del dibattito, fornisce strumenti validi per allenare la mente a prendere decisioni affidabili ed è quindi utile a qualsiasi attività richieda di “pensare.