Il Chod (tib.: tagliare) è una pratica della tradizione tibetana in cui si considerano violenza e distruzione – proprio quelle di cui veniamo a sapere con sgomento nelle cronache attuali di guerre, sopraffazioni, genocidi e crudeltà – per risolverle “sulla loro stessa base” in fattori di beatitudine, altruismo e costruttività.
L’energia dominante è quella dell’amorevole gentilezza, che si può radicare nel proprio cuore solo addestrandosi in rinuncia, in bodhicitta (mente dell’illuminazione) e in shuniata (saggezza della vacuità). Machig Labdron, la principale maestra del Chod, ha insegnato questi tre aspetti con uno stile particolarmente incisivo, propedeutico alla pratica effettiva, e li studiamo qui con letture, riflessioni e meditazioni prese dai suoi testi principali.
Argomento del Terzo incontro: La visione della vacuità del sé e dei fenomeni come cuore dell’insegnamento del Buddha.
Indicazioni per l’ottenimento del Guru esterno e interno come guida nel proprio sentiero
Nel Chod il proprio corpo viene inteso come oggetto che soddisfa tutti i desideri e per questo viene donato ai Buddha, ai Bodhisattva, a tutti gli esseri e ai demoni cui siamo debitori; esso non è qualcosa di separato dal nostro corpo ordinario, ma è proprio quel corpo (altrimenti il dono sarebbe fasullo), riconosciuto nella visione corretta della sua vacuità di esistenza intrinseca. Per praticare questa visione della vacuità simultaneamente alla pratica di offerta del corpo occorre unificarsi con la mente del maestro Buddha, e per poter compiere questa unificazione è indispensabile aver ricevuto da un Maestro qualificato una specifica trasmissione di energia – anche chiamata iniziazione tantrica – e osservare i conseguenti impegni.
“[tramite la relazione col Maestro]…cerchiamo la buddhità per il nostro beneficio e per il beneficio degli altri. Quei fortunati, cui il destino ha sorriso, viaggiano sulla via della liberazione. L’obiettivo della pratica è la buddhità. Si raccomanda di impegnarsi sinceramente in questo cammino di liberazione in modo tale che noi e tutti gli altri, compresi dèi e demoni, raggiungiamo la buddhità.
I bodhisattva distolgono la loro attenzione dagli obiettivi egoistici attraverso questa pratica e interrompono tutte le attività che servono solo al loro interesse personale. Tagliamo la radice della rinascita nei cicli dell’esistenza concentrandoci sulla vacuità – l’assenza di un sé – durante la pratica del Chod. […] Di tutti i vari klesha l’ignoranza che si aggrappa al falso concetto di un sé è il peggiore, e viene tagliato nel Chod.”
Da “La profonda essenza del cuore” di Lodro Tulku, in via di pubblicazione.
Riservato a chi ha già seguito i due moduli precedenti, oppure a chi ha preso rifugio e ha seguito insegnamenti sul sentiero graduale.
Per chi ha preso Rifugio e volesse inserirsi nel terzo incontro, l’insegnante richiede di ascoltare le registrazioni dei precedenti incontri:
Questo 3° week-end è aperto a tutti, ma coloro che non hanno partecipato al primo week end, sia che abbiano già conoscenza del Dharma o no, sono tenuti a scaricare ed ascoltare con attenzione le registrazioni delle sessioni del 1° week end per potersi iscrivere.
Per acquistare le registrazioni del primo modulo e de secondo modulo (10.00 Euro per ognuno):
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