Il Chod (tib.: tagliare) è una pratica della tradizione tibetana in cui si considerano violenza e distruzione – proprio quelle di cui veniamo a sapere con sgomento nelle cronache attuali di guerre, sopraffazioni, genocidi e crudeltà – per risolverle “sulla loro stessa base” in fattori di beatitudine, altruismo e costruttività.
L’energia dominante è quella dell’amorevole gentilezza, che si può radicare nel proprio cuore solo addestrandosi in rinuncia, in bodhicitta (mente dell’illuminazione) e in shuniata (saggezza della vacuità). Machig Labdron, la principale maestra del Chod, ha insegnato questi tre aspetti con uno stile particolarmente incisivo, propedeutico alla pratica effettiva, e li studiamo qui con letture, riflessioni e meditazioni prese dai suoi testi principali.
Primo modulo: L’abbandono della sofferenza
In particolare, l’argomento di questo weekend è la rinuncia, o meglio l’abbandono della sofferenza, con la corrispondente realizzazione della gioia:
Proprio come fece il mio venerabile maestro Buddha Shakyamuni
Che percorse il sentiero con grande coraggio, anch’io farò così.
Come principe della completa liberazione egli abbandonò suo figlio, sua figlia e il suo reame […];
come principe dal grande coraggio, egli nutrì la tigre con la propria carne.
Possa anch’io saper donare gioiosamente […]” (da Il Sentiero Profondo)
Questo primo week-end è aperto a tutti.
Per partecipare ai moduli successivi, verrà richiesto ai nuovi iscritti di scaricare ed ascoltare le registrazioni audio dei moduli precedenti.
Date dei prossimi incontri:
Secondo Modulo: 10-12 gennaio 2020:
La generosità di donare sé stessi a tutti gli esseri illimitatamente. Indicazioni per l’assunzione degli impegni del Bodhisattva.
Terzo Modulo: 28 febbraio-1 marzo 2020:
La visione della vacuità del sé e dei fenomeni come cuore dell’insegnamento del Buddha.
Indicazioni per l’ottenimento del Guru esterno e interno come guida nel proprio sentiero
Riservato a chi ha già seguito i due moduli precedenti, oppure a chi ha preso rifugio e ha seguito insegnamenti sul sentiero graduale