La tradizione Zen ha sviluppato una Via alla serenità – basata sul vivere il presente – che consente di superare ansia, rabbia, paure e traumi. Si tratta di non fuggire ma di incontrare pienamente tutto ciò. La sofferenza fa parte della vita e se creiamo – grazie alla meditazione – uno spazio interiore in grado di accogliere tale sofferenza, anche l’esperienza più dolorosa può diventare un occasione di crescita, di compassione e di saggezza.
Il “Libro della Serenità” – o Shoyoroku in Giapponese – è una raccolta di 100 storie zen compilata nel 1200. Una delle funzioni più profonde di tali storie è quella di presentare la configurazione della psiche umana. La storia – o koan – si chiarisce al chiarirsi della conoscenza di se stessi. Dunque si comprende la storia tanto quanto si comprende se stessi.
Tale libro – tra infinite altre cose – indica la via per incontrare le nostre emozioni, la nostra sofferenza esistenziale, e così aprirci alla serenità (per approfondire: http://www.romazen.it/insegnante/dharma_koan.htm).
La pratica dello Zen – che letteralmente vuol dire “Meditazione”- è caratterizzata dalla semplicità, dalla sobrietà e dall’essenzialità. Essa dunque mira immediatamente all’obiettivo. Secondo lo Zen infatti non occorre far altro che sedersi per terra a gambe incrociate e focalizzare l’attenzione sulla corretta postura e sulla respirazione. Ciò permette di sviluppare la consapevolezza di se stessi, dello spazio circostante e dell’irripetibile bellezza del momento presente, dimensione dalla quale è possibile avere accesso alla reale pace e armonia in cui tutte le esistenze del cosmo da sempre vivono (per approfondire: http://www.romazen.it/pratica/meditazione.htm).
Nel corso del ritiro si praticherà la meditazione zen mentre gli insegnamenti saranno sul “Libro della Serenità”, ed in particolare su quelle storie che indicano la via verso una vita libera e decongestionata.
Il ritiro – aperto a tutti – si rivolge in particolare a chi vuole avvicinarsi alla meditazione Zen al di fuori di un contesto rituale.