Il Chod (tib.: tagliare) è una pratica della tradizione tibetana in cui si considerano violenza e distruzione – proprio quelle di cui veniamo a sapere con sgomento nelle cronache attuali di guerre, sopraffazioni, genocidi e crudeltà – per risolverle “sulla loro stessa base” in fattori di beatitudine, altruismo e costruttività.
L’energia dominante è quella dell’amorevole gentilezza, che si può radicare nel proprio cuore solo addestrandosi in rinuncia, in bodhicitta (mente dell’illuminazione) e in shuniata (saggezza della vacuità). Machig Labdron, la principale maestra del Chod, ha insegnato questi tre aspetti con uno stile particolarmente incisivo, propedeutico alla pratica effettiva, e li studiamo qui con letture, riflessioni e meditazioni prese dai suoi testi principali.
Primo modulo: L’abbandono della sofferenza
In particolare, l’argomento del primo weekend, tenutosi a novembre, è la rinuncia, o meglio l’abbandono della sofferenza, con la corrispondente realizzazione della gioia:
Proprio come fece il mio venerabile maestro Buddha Shakyamuni
Che percorse il sentiero con grande coraggio, anch’io farò così.
Come principe della completa liberazione egli abbandonò suo figlio, sua figlia e il suo reame […];
come principe dal grande coraggio, egli nutrì la tigre con la propria carne.
Possa anch’io saper donare gioiosamente […]” (da Il Sentiero Profondo)
Secondo Modulo: 10-12 gennaio 2020:
La generosità di donare sé stessi a tutti gli esseri illimitatamente. Indicazioni per l’assunzione degli impegni del Bodhisattva.
In particolare, l’argomento di questo weekend è la mente dell’illuminazione (bodhicitta) convenzionale, ovvero il coraggio dell’altruismo radicale, con la corrispondente realizzazione della forza.
Il termine cor-aggio letteralmente e semplicemente significa usare il cuore.
Contrariamente a quanto in genere si crede, non è una grande forza che ci permette di porre gli altri prima di noi stessi, ma all’opposto è la pratica dei metodi piacevoli della generosità, e delle altre rivolte al beneficio altrui, a far decadere automaticamente la nostra debolezza, perché essa non è che il risultato di una mente egocentrica, e quindi chiusa e soffocante.
Machig dice che invece di evitare tutti i demoni ostruttori, le malattie e le crescenti difficoltà dovremmo […] renderli parte della via dell’illuminazione. […] Avendo già dato il nostro corpo a tutti gli dèi, demoni e spiriti ostruttori, dal momento che esso è già stato donato non c’è più nulla di cui aver paura. […] La parte essenziale di questa pratica è che ci rendiamo conto che i fenomeni non hanno origine nella realtà. Machig dice che l’arrabbiarsi o l’afferrarsi a sé stessi sono i veri demoni che devono essere sconfitti […].
(da La Profonda essenza del cuore, di Lodro Tulku, in via di pubblicazione)
Questo 2° week-end è aperto a tutti, ma coloro che non hanno partecipato al primo week end, sia che abbiano già conoscenza del Dharma o no, sono tenuti a scaricare ed ascoltare con attenzione le registrazioni delle sessioni del 1° week end per potersi iscrivere.
Per acquistare le registrazioni del primo modulo (10.00 Euro):
- accedi all’area e-learning dell’Istituto: https://corsi.iltk.org
- crea un account (cliccando in alto a destra della pagina principale, dove è scritto Login)
- vai poi al corso utilizzando questo indirizzo: https://corsi.iltk.org/course/view.php?id=213
- “Clicca” sul titolo del corso, comparirà l’opzione per il pagamento con PayPal
Terzo Modulo: 28 febbraio-1 marzo 2020:
La visione della vacuità del sé e dei fenomeni come cuore dell’insegnamento del Buddha.
Indicazioni per l’ottenimento del Guru esterno e interno come guida nel proprio sentiero
Riservato a chi ha già seguito i due moduli precedenti, oppure a chi ha preso rifugio e ha seguito insegnamenti sul sentiero graduale