Avremo nuovamente la grande opportunità di ospitare la venerabile Robina Courtin, la precedente visita all’Istituto risale al 2015, e di seguire i suoi insegnamenti nel contesto di un ritiro basato sul Lojong (Addestramento mentale).
La forza e la praticità sono la caratteristica che distinguono il modo di insegnare della ven. Robina e ogni consiglio da lei conferito risveglia dalla pigrizia e dall’inattività della pratica del Dharma come un battito di mani improvviso.
Seguire questo ritiro può aiutarci moltissimo a trovare il modo per applicare nell’azione le parole dei nostri Maestri.
Dal 21 al 26 gennaio potremo ascoltarla, meditare i suoi consigli e anche confrontarci direttamente nelle sessioni dedicate alle domande.
Inoltre avremo l’occasione di conoscerla, non solo come insegnante ma anche come testimonial del Liberation Prison Project, attività sociale dedita al recupero della persona nelle carceri, attraverso l’introduzione del buddhismo e della meditazione, fondato da lei, negli Stati Uniti nel 1996 e poi diffusosi nel tempo anche in altre nazioni, come l’Australia, la Nuova Zelanda, la Spagna, il Messico e la Mongolia .
Venerdì 24 gennaio alle 17.30 il ritiro includerà infatti una conferenza aperta al pubblico in cui verrà presentato il Progetto nella sua realtà italiana e mondiale. Nella prima parte della conferenza verranno presentate le attività di Liberation Prison Project Italia, la venerabile Robina interverrà a seguire, nella condivisione dell’esperienza “Dharma in azione“.
Liberation Prison Project è attiva in Italia da più di dieci anni in alcuni istituti penitenziari con percorsi di consapevolezza individuali o di gruppo per i detenuti e per il personale penitenziario, e gode del patrocinio dell’Unione Buddhista Italiana.
Coloro che desiderano conoscere l’opera e i valori fondanti di Liberation Prison Project direttamente dalla voce della sua fondatrice, sono invitati a partecipare alla conferenza.
Alle 21.00 del venerdì il ritiro proseguirà assieme ai volontari di Liberation Prison Project e anche a coloro che hanno partecipato alla conferenza e vorranno unirsi nelle meditazioni e nell’ascolto dei consigli di Robina.
Le mattine del sabato e della domenica le sessioni del primo mattino saranno guidate dal venerabile Dario Doshin Girolami, abate del Centro Zen L’Arco, e dal Venerabile Franz Seiun Zampiero, monaco Buddhayana, entrambi volontari del progetto Liberation Prison Project Italia.
Il loro contributo arricchirà questo ritiro, con la pratica condivisa di altre tradizioni buddhiste con lo scopo di accrescere lo spirito di coesione verso il raggiungimento comune dell’illuminazione.
TRADUZIONE: La ven. Robina parla inglese. La traduzione in italiano, a cura della ven. Siiana Bosa, sarà simultanea per cui è necessario dotarsi di radio e auricolari.
Approfondiamo il soggetto del ritiro attraverso la presentazione della ven. Robina
Lo sviluppo della compassione e della bodhicitta è il punto principale sul cammino verso l’illuminazione;
il risultato finale, la rimozione di ogni separazione dagli altri e la capacità spontanea di beneficiare perfettamente tutti gli esseri senzienti, è l’atteggiamento coraggioso del bodhisattva.
Perché coraggioso?
Perché la vera compassione comprende tutti gli esseri viventi, comprese le persone che appaiono dure e negative, non solo le vittime innocenti.
I grandi bodhisattva sono fieri nella loro determinazione a non arrendersi mai agli esseri senzienti:
pensano in termini di eoni, come dice Sua Santità il Dalai Lama.
Uno dei metodi più potenti per superare l’ego e poter così beneficiare gli altri, è accogliere serenamente i problemi.
Come dice Lama Zopa Rinpoche,
Il pensiero di accogliere i problemi dovrebbe sorgere naturalmente, come il pensiero di amare il gelato!
Perché non pensiamo in questo modo?
Ognuno di noi sperimenta o ha sperimentato qualche genere di problema.
Sembrano venire senza preavviso, non importa quanto ci sforziamo di evitarli.
Quando arrivano, partiamo dal presupposto che sono ostili e facciamo tutto il possibile per respingerli e quando ci accorgiamo di non poterlo fare ne soffriamo ancora di più.
Ma dato che il nostro impegno è rivolto a ridurre l’attaccamento, la rabbia e le altre emozioni distruttive, e a far crescere la compassione, la saggezza, ne consegue logicamente che l’opportunità perfetta per farlo è quando le cose vanno male.
Quando abbiamo chiaro il nostro obiettivo – la realizzazione del nostro meraviglioso potenziale e la capacità di beneficiare gli altri – accogliere i problemi e trasformarli in felicità è, senza dubbio, la via più rapida per raggiungerlo.
È la pratica più difficile, la più radicale, ma la più gratificante.