Uno dei punti principali della meditazione zen è quello di investigare il sé fino a riconoscerne la natura impermanente e interdipendente. Dal punto di vista delle neuroscienze il cervello e il corpo sono in un flusso costante. L’osservazione scientifica dei processi cerebrali supporta la conclusione – alla quale il buddhismo era arrivato da secoli: non c’è nulla di concreto che corrisponda alla sensazione di un sé permanente.
Nel corso del ritiro si praticherà meditazione zen e gli insegnamenti verteranno sulla dottrina buddhista del non sé. Il focus neuroscientifico includerà le evidenze di ricerca relative alla costruzione del sé nel cervello e i suoi aspetti connessi all’identificazione con il corpo, le sensazioni, i pensieri, le emozioni e la coscienza, ovvero con i cinque aggregati nella psicologia buddhista. Saranno inoltre evidenziati gli effetti salutari della meditazione buddhista e della mindfulness nel rendere il sé più flessibile in relazione ad aumentate flessibilità cognitiva ed emozionale. Sarà inoltre proposta un’interpretazione neuroscientifica degli insegnamenti fondamentali del Buddha sulla coproduzione condizionata e sulla vacuità degli aggregati del corpo- mente, così come della coscienza del sé proposta nell’Abhidharma. Saranno infine evidenziate le implicazioni in termini di disagio psicologico di una non-salutare relazione con il non-sé e l’impermanenza, e aspetti psicopatologici e neuroscientifici connessi.
Il ritiro è aperto a tutti.
Il ritiro si terrà con un minimo di 15 partecipanti e un massimo di 50 persone.
Sia per i posti limitati per la partecipazione al ritiro, che per un’agevole prenotazione dell’alloggio (dati altri eventi concomitanti all’Istituto), si consiglia alle interessate e agli interessati di registrarsi al più presto, contattando la segreteria allo 050 685654.