Corso di Formazione Operatori Liberation Prison Project Italia 2021

L’istituto Lama Tzong Khapa ha il piacere di segnalare il Corso di Formazione  Operatori Liberation Prison Project Italia, promosso con il patrocinio e in collaborazione con l’Unione Buddhista Italiana.
I partecipanti che avranno completato il percorso formativo con frequenza almeno dell’80% delle ore previste, sviluppo di un progetto originale e discussione finale con i docenti, a seguito di un tirocinio e supervisione verranno iscritti nell’albo interno degli Operatori certificati a svolgere attività negli Istituti Penitenziari che ne faranno richiesta all’Associazione.

Il percorso, che si terrà in parte a Pomaia, presso la sede dell’Istituto Lama Tzong Khapa, e in parte online, è strutturato in 5 moduli e tratta elementi di Filosofia Buddhista, Psicologia Penitenziaria e Equilibrio Emotivo (CEB – Cultivating Emotional Balance di Paul Ekman e Alan Wallace) che forniscono le competenze di base per lavorare in ambito penitenziario.

Tutte le informazioni (quando, orari, dove, docenti, costi ed iscrizioni) sono reperibili nella locandina di seguito.

Scarica la locandina in pdf >

Liberation Prison Project nasce negli USA nel 1996 per iniziativa della monaca buddhista Robina Courtin che, in seguito ad un contatto con una persona detenuta, inizia ad occuparsi di carcere di massima sicurezza, introducendo pratiche
meditative fra i detenuti e fondando un movimento che ben presto si diffonderà in varie nazioni del mondo (Australia, Mongolia, Messico, Nuova Zelanda) in forme e modalità applicative differenti in base alle esigenze socioculturali.
In Italia, l’Istituto Lama Tzong Khapa si è reso promotore del progetto che dal 2009 è attivo all’interno di alcuni istituti Penitenziari (attualmente a Milano Bollate, Pavia, Livorno e Massa Carrara) e nel 2013 si è giunti alla fondazione di una Onlus vera e propria: Progetto Liberazione nella Prigione Italia Onlus.
La Onlus opera all’interno degli Istituti Penitenziari con persone detenute ed anche con dipendenti (personale giuridico-pedagogico e agenti di polizia penitenziaria) e, all’esterno, con persone tornate in libertà.
Prendendo spunto dalla tradizione buddhista e dagli strumenti di sviluppo della consapevolezza utili ad osservare e conoscere la mente, si utilizza il tempo della detenzione per lavorare sul piano introspettivo e dell’auto-trasformazione.
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