KINTSUGI Il dolore che cura. Presentazione del libro con Gioacchino Ku Allasia

Chi rompe una tazza o un oggetto di ceramica, di solito, lo butta via: “Kintsugi” è l’arte giapponese di donare nuova vita restaurando le crepe e le fratture con il metallo più prezioso, l’oro.

L’Istituto Lama Tzong Khapa ha il piacere di presentare il libro Kintsugi, il dolore che aiuta. Sofferenze e difficoltà come vie di trasformazione con la partecipazione dell’autore Gioacchino Ku Allasia, sabato 15 febbraio alle ore 21:00 in sala di Meditazione. 

“Kintsugi” è il nome dato all’antica arte giapponese di riparare le ceramiche rotte con una colatura del metallo più nobile: l’oro. Letteralmente significa “riparare con l’oro”. E’ il simbolo della “Resilienza”, cioè la capacità di diventare più forti nonostante il disagio e le difficoltà che temprano chi le sperimenta. Possiamo definire quest’arte la possibilità di abbracciare il danno subito, di non vergognarci delle proprie ferite e di trasformare i fallimenti in nuove opportunità.

Nella ceramica rotta se si rimettono assieme i cocci inizialmente si vedono numerose crepe da cui passa però una nuova luce. Ecco la vera essenza del “Kintsugi”, quindi le nuove opportunità che si aprono dopo un evento difficile, un trauma o una ferita emozionale.

Mentre la maggioranza della gente una volta rotta una tazza o un qualunque oggetto di ceramica lo butta via, questa meravigliosa arte insegna a restaurare le crepe e le fratture con il metallo notoriamente più prezioso, l’oro. E così, da un evento che sembrava disastroso, si arriva a creare il presupposto che esalta una nuova creazione, riportando in vita un modo diverso e anche assai più bello e prezioso di vedere le cose. Per cui la tazza, anche se diversa dall’originale, rimane tale ma appare in maniera diversa e sicuramente più interessante. Ogni ferita quindi, ogni crepa, ogni frattura, offre nuove possibilità di azione e di vita. Certamente ci vuole tempo e pazienza ma l’esempio del “Kintsugi” è davvero notevole e imparare a realizzarlo può rappresentare un ottimo modo per affrontare al meglio le ferite subite dalla vita. Ogni disagio si può tramutare in risorsa, questa è la via da seguire e osservare.

Durante la serata Gioacchino Allasia ci racconterà come nel libro abbia voluto analizzare cinque importanti ferite emozionali: l’abbandono, il rifiuto, il tradimento, l’umiliazione e l’ingiustizia. “Lo dedico a chiunque abbia fallito anche più di una volta nella vita, agli afflitti dal dolore lacerante, affinché trovino spiragli di nuova luce che possa illuminare con rinnovata forza il loro cammino”.

“Nella mia ricerca” continua l’autore “ho analizzato la biografia di alcuni personaggi famosi che sono riusciti a trarre la loro forza proprio dai loro fallimenti, dai loro disagi e dalle difficoltà che hanno dovuto subire nella vita. Tra i tanti Leonardo da Vinci, Walt Disney, Muhammad Alì, Steve Jobs, Artemisia Gentileschi, Lady Gaga, Louise Hay, Alex Zanardi e altri ancora. Ovviamente non ho mai inteso dire che chiunque subisca una ferita arrivi necessariamente al successo, tuttavia sapere che personaggi importanti hanno saputo trasformare il dolore in opportunità può aiutare di certo a trovare qualche spiraglio di luce verso nuovi orizzonti della propria esistenza”.

In conclusione, da terapista che si è occupato da sempre delle persone, Allasia nella sua ricerca, e quindi nel libro, ha inserito alcuni consigli su quali rimedi naturali si possono utilizzare per lenire le ferite emozionali: dall’utilizzo di pietre e cristalli ai fiori di Bach, dalla Biodinamica Craniosacrale al Somating Experiencing e alla Teoria Polivagale.

 

Gioacchino Ku Allasia – Vive sulle colline pisane vicino al mare. Diplomato presso il Kushi Institute di Boston nel 1984, studia e pratica Craniosacrale dal 1989. Ha tenuto corsi di macrobiotica, shiatsu e Medicina Tradizionale Cinese in Italia e all’estero. Dal 2014 dirige la formazione di Biodinamica Craniosacrale presso l’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia. Per anni ha seguito il monaco della tradizione Shingon Rev. Jomyo Tanaka, che nel 1994 gli ha conferito il nome di Ku (vacuità). Si è preso cura della salute di personaggi come Peter Gabriel, Stefano Bollani, Alejandro Jodorowsky, Zucchero, Oliviero Toscani e altri ancora. Ha al suo attivo la pubblicazione di numerosi libri.

Sito ufficiale dell’autore: http://www.gioacchinoallasia.it/