“Tibetan prayer dog” il cane dei monasteri tibetani

Oggi il Ven. Ghesce Jampa Gelek, alla ruota di preghiera, ha dato la benedizione a un gruppo di cagnolini Tibetan Spaniel in visita all’Istituto. Nella visione Buddhista, una benedizione con uno stupa o oggetto sacro, pone le cause per non rinascere nei reami inferiori e crea le condizioni per avere una buona rinascita, nella quale sia possibile praticare un sentiero spirituale. I cagnolini insieme ai loro proprietari, hanno ricevuto  un cordino benedetto di protezione, il testo “Liberare gli animali dal pericolo della morte” una pratica di Lama Zopa Rinpoche e un grazioso attestato di visita all’Istituto.
Il Tibetan Spaniel, piccolo e allegro cane da compagnia. ha origini molto antiche, è stato infatti allevato per moltissimi secoli nei monasteri tibetani, fianco a fianco con i monaci, seguendo le loro abitudini tanto da acquisire l’appellativo di “Tibetan prayer dog”, cane della preghiera.
I monaci tibetani, oltre che come animale da compagnia, “utilizzavano” questo piccolo amico anche come “scaldino vivente” la notte nel letto e anche di giorno se lo portavano in braccio per riscaldarsi visto che è un cane di piccola taglia che può arrivare a circa 5 chili.
Inoltre proprio per il suo carattere sveglio e vigile, fungeva da cane “sentinella” avvisando in presenza di pericolo, ad esempio se arrivavano animali selvatici o degli aggressori.

Era un cane molto amato anche dal fondatore dell’Istituto Lama Tzong Khapa, Lama Yeshe: nella foto accanto Lama medita con l suo cane chiamato Dolma  al Monastero di Kopan nel  1971 (Photo by Fred von Allmen).