Lignaggio e Maestri
Lama Tzong Khapa fu studioso e praticante del buddhismo nel Tibet del 14° secolo. Le sue qualità eccezionali di sapiente e meditatore attrassero numerosi allievi e discepoli.

Gli insegnamenti offerti all’Istituto Lama Tzong Khapa provengono dai discorsi originari di Buddha Shakyamuni, tenuti nel corso di 45 anni dopo la sua illuminazione, scritti, preservati, e chiariti nel tempo da studiosi e praticanti dell’Università monastica di Nalanda (India), e successivamente in Tibet. Lama Tzong Khapa fu erudito e praticante del buddhismo nel Tibet del 14° secolo. Le sue qualità eccezionali di sapiente e meditatore attrassero numerosi allievi e discepoli. Il suo retaggio è il lignaggio di saggi e studiosi della scuola Ghelug (i Virtuosi) e segue il buddhismo mahayana inclusivo dello studio e della pratica dei sutra e dei tantra.

Fin dalla sua fondazione, hanno insegnato all’Istituto Lama Tzong Khapa molti Maestri tibetani tra cui, in particolare Sua Santità il XIV Dalai Lama, Sua Santità Sakya Trizin, Kyabje Yongzin Ling Rinpoce, Kyabje Serkong Tsenshab Rinpoce, Kyabje Song Rinpoce, Gomo Rinpoche, Dagri Rinpoche, Dakpa Rinpoce, Dagpo Rinpoce, Dagyab Rinpoce, Ghesce Tashi Bum, Ghesce Rabten, e molti altri grandi Maestri, tra i quali i fondatori dell’Istituto Lama Thubten Yeshe e Lama Zopa Rinpoce, i Maestri residenti del passato Ghesce Yeshe Tobden, Ghesce Ciampa Ghiatso e Khensur Ciampa Tegchok e i Maestri residenti attuali Ghesce Tenzin Tenphel e Ghesce Jampa Gelek.

Sua Santità il XIV Dalai Lama è il leader spirituale del Tibet. Nato con il nome di Dhondup Lhamo il 6 luglio 1935, da una famiglia contadina, in un piccolo borgo dell’Amdo (Tibet nord-orientale), all’età di due anni è stato riconosciuto come la reincarnazione del suo predecessore. Si ritiene che i Dalai Lama siano manifestazioni di Avalokiteshvara, il Buddha della Compassione e patrono del Tibet.

Dall’età di sei fino ai ventitré anni ha ricevuto un’educazione monastica, studiando con i principali Maestri tibetani contemporanei, fino a conseguire a pieni voti il titolo di Gheshe Lharampa, equivalente a un dottorato di filosofia buddhista. Prima ancora di terminare i suoi studi, a causa del precipitare della situazione politica – con l’invasione cinese del Tibet nel 1949 – venne chiamato giovanissimo ad assumere i pieni poteri, nel 1950. Dopo aver cercato inutilmente un soluzione pacifica alla situazione, con colloqui con i principali leader cinesi, nel 1959, in seguito alla brutale repressione della rivolta di Lhasa, fu costretto a fuggire in India.

Da allora, vive a Dharamsala, cittadina del nord dell’India, dove si trova anche la sede delle principali istituzioni tibetane in esilio. Da qui non ha mai cessato di adoperarsi per il bene del suo popolo, sia aiutando con ogni mezzo i profughi sia cercando di far valere – sempre tramite il dialogo e la non violenza – i diritti umani in Tibet e di preservare l’integrità della cultura e della società tibetana. Le sue richieste sono sintetizzate nel Piano di pace in cinque punti, presentato nel 1987 al Congresso degli Stati Uniti e l’anno successivo al Parlamento europeo, nel quale si propone la trasformazione di tutto il Tibet in una zona di pace, l’abbandono della politica di trasferimento di massa della popolazione cinese che minaccia l’esistenza stessa dei tibetani come popolo, il rispetto dei diritti umani fondamentali del popolo tibetano e delle libertà democratiche, il restauro e la tutela dell’ambiente naturale del Tibet con l’abbandono della produzione di armi nucleari e lo scarico delle scorie nucleari, l’inizio di seri negoziati sul futuro status del Tibet e sulle relazioni tra il popolo tibetano e quello cinese. Si è sempre opposto all’uso della violenza. Fautore di una più estesa comprensione tra i popoli e le religioni, sin dal 1967 ha incontrato numerosi capi di stato, leader politici e religiosi.

Come leader del suo popolo, ha dato vita al processo di democratizzazione, arrivando a abbandonare ogni carica politica, in favore del Governo in esilio democraticamente eletto fra i membri della diaspora tibetana. Sua Santità dà continuamente insegnamenti ai numerosi discepoli sparsi per tutto il mondo.

Le sue conferenze e insegnamenti, che non hanno lo scopo di proselitismo, sono autentiche lezioni di vita, pace, tolleranza e compassione, che trasmette con l’unica intenzione di dare il proprio contributo alla pace e alla fratellanza universale. Per questo motivo, attraggono ogni anno sempre più persone da molte parti del mondo. Tre sono gli impegni principali della sua vita: come essere umano, la promozione di valori come compassione, perdono, tolleranza; come religioso, la promozione dell’armonia e della comprensione tra le maggiori tradizioni religiose del mondo e infine la risoluzione della questione tibetana. Motivato da ciò, promuove e partecipa a incontri interreligiosi, ma anche a confronti con esponenti del mondo scientifico, convinto che scienza e religione non siano in contraddizione, in quanto entrambe alla ricerca della verità per il bene degli esseri.

È autore di numerosi testi sul buddhismo e sul rapporto tra religione, scienza e ambiente. Nel corso della sua vita, il Dalai Lama ha ricevuto numerosissime onorificenze e riconoscimenti per la sua opera, tra cui ricordiamo il premio Nobel per la Pace, nel 1989. È – tra l’altro – cittadino onorario di Roma, Venezia, Torino e altre città italiane. Al di là dei riconoscimenti ufficiali, però, Sua Santità – che considera sé stesso “un semplice monaco buddhista” e imposta la propria vita sulla semplicità e l’umiltà – si colloca senz’altro fra i personaggi di maggior rilievo della nostra epoca, per la sua straordinaria carica di affetto per ogni essere, per la capacità di tramettere – sempre e in ogni situazione – messaggi costruttivi di tolleranza, pace e dialogo, per lo sforzo costante di superare le barriere e le incomprensioni con il dialogo, per il suo amore per la verità.

Per ulteriori informazioni sulla vita e l’opera di Sua Santità: it.dalailama.com

Lama Thubten Yeshe

(1935-1984)

Lama Thubten Yeshe, il cui nome è conosciuto e pubblicato in Italia come Lama Yesce, nacque in Tibet. All’età di sei anni entrò nell’Università Monastica di Sera Je, a Lhasa, capitale del Tibet. Studiò nel monastero fino al 1959, quando l’invasione cinese del Tibet lo obbligò a fuggire in India.
Lama Yeshe continuò a studiare e meditare in India fino al 1967, quando, con il suo principale discepolo, Lama Thubten Zopa Rinpoce, decise di recarsi in Nepal, dove, due anni dopo, fondò il monastero di Kopan, vicino a Kathmandu.

Nel 1974 i due lama iniziarono a fare viaggi di insegnamento in Occidente, in seguito ai quali si formò una rete mondiale di centri di insegnamento e meditazione di buddhismo, l’FPMT internazionale.

Nel 1984, dopo dieci anni di insegnamenti mahayana e dopo aver ispirato alla ricerca interiore e alla pratica del buddhismo molti occidentali, Lama Yeshe lasciò il corpo, all’età di quarantanove anni. Nel 1985 nacque in Spagna, da genitori spagnoli, Ösel Hita Torres, che Sua Santità il XIV Dalai Lama identificò quale reincarnazione di Lama Yeshe, nel 1986.


Kyabje Thubten Zopa Rinpoce

(nato nel 1946)

Lama Zopa Rinpoce è nato a Thami, in Nepal, e a tre anni è stato riconosciuto come la reincarnazione dello yogi Kunsang Yeshe, il lama di Lawdo, dell’etnia scerpa e del lignaggio buddhista Nyingma. All’età di dieci anni, durante un viaggio con lo zio, volle fermarsi in Tibet a studiare e meditare nel monastero di Domo Ghesce Rinpoce, vicino a Pagri, dove rimase fino a quando l’occupazione cinese del Tibet non l’obbligò a mettersi in salvo nel Buthan.

Lama Zopa Rinpoce, in seguito, raggiunse il campo profughi di Buxa Duar, nel Bengala occidentale (India), dove incontrò Lama Yeshe, che divenne il suo Maestro principale. I due lama si recarono in Nepal nel 1967, e nei successivi due anni fondarono i monasteri di Kopan e di Lawdo. Nel 1971, Lama Zopa Rinpoce guidò il primo dei suoi corsi-ritiro sul lam-rim (il sentiero graduale mahayana), che si rinnovano annualmente a Kopan.

Nel 1974, insieme a Lama Yeshe, Rinpoce iniziò a insegnare in varie parti del mondo e a fondare centri di buddhadharma. Quando Lama Yeshe lasciò il corpo nel 1984, Rinpoce divenne direttore spirituale della FPMT invitato da Sua Santità il Dalai Lama.

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Ghesce Tenzin Tenphel

Ghesce Tenzin TenphelGhesce Tenphel è nato a Domo (Tibet), vicino a una provincia del Sikkim, stato federato dell’India, in una famiglia nomade di agricoltori. Nel 1959, a causa dell’invasione cinese del Tibet, la famiglia fuggì nel Sikkim e più tardi emigrò nel sud dell’India. Ghesce Tenphel divenne aspirante monaco all’età di nove anni, ma continuò a studiare nella locale scuola statale indiana, memorizzando le scritture buddhiste durante le sue vacanze. A 17 anni ottenne dalla famiglia il permesso di entrare nell’ Università monastica di Sera Je (trasferita dal Tibet nel sud dell’India), dove completò i 21 anni di formazione tradizionale scolastica. Ghesce Tenphel si è laureato con lode nel 1994, ottenendo il diploma universitario di Ghesce Lharampa, il dottorato più alto del buddhismo tibetano conferito nella tradizione Ghelug. In seguito ha studiato i tantra per un anno, nel collegio tantrico del Gyu-To, prima di essere invitato a partecipare a un tour internazionale dei monaci di Sera Je. Nel 1997 ha guidato, a Sera Je, un gruppo di monaci specializzati nelle pratiche meditative e rituali connesse alla divinità di meditazione Hayagriva.

Dal 1998 è Maestro residente dell’Istituto Lama Tzong Khapa, dove tiene numerosi corsi di buddhismo, brevi e di media durata (aperti a tutti), e lezioni sui trattati canonici nei diversi programmi di studio proposti dall’Istituto.


Ghesce Jampa Gelek

Ghesce Jampa Gelek da marzo 2012 è Maestro residente dell’Istituto Lama Tzong Khapa, centro internazionale di studi di buddhismo tibetano ubicato in Toscana.
Ghesce Jampa Gelek è l’attuale docente di studi di filosofia avanzata nel Masters Program residenziale dell’FPMT, oltre ad essere insegnante di brevi soggetti di buddhismo presso l’Istituto Lama Tzong Khapa ed altri centri italiani di tradizione ghelugpa.

Nel 1999 ha ricevuto il dottorato di Ghesce Lharampa, presso l’Università monastica di Sera Je, rivelandosi il primo del suo corso di studi.

Sul canale youtube MediaILTK è possibile seguire i video relativi all’intervista al venerabile Ghesce Jampa Gelek, per avere informazioni dettagliate sulla sua storia e il suo percorso di studi.

Khensur Ghesce Ciampa Thegchog Rinpoce

(1930-2014)

Nato in Tibet nel 1930, Ghesce Ciampa Thegchog ricevette i primi voti di aspirante monaco all’età di otto anni. In Tibet, nell’Università Monastica di Sera Je, studiò per quattordici anni i trattati tradizionali del buddhismo, fino all’invasione cinese del 1959. Emigrato in India, continuò a studiare presso l’Università di Varanasi (l’antica Benares), dove conseguì il diploma sanscrito di Acharya (Maestro) e dove insegnò per sette anni. Invitato in Europa, per tre anni insegnò buddhismo in Inghilterra e per ben dieci anni in Francia, come abate del monastero occidentale di Nalanda. Nel 1993 Sua Santità il Dalai Lama lo nominò abate dell’Università Monastica di Sera Je, trasferita nel sud dell’India. Ghesce Ciampa Thegchog mantenne questo incarico per otto anni, ed era molto rispettato e venerato a causa dell’enorme contributo dato allo sviluppo di Sera Je, sia spirituale che materiale. Prima e dopo essersi assunto questa grande responsabilità, trovò il tempo di insegnare estesamente anche in Europa, Nuova Zelanda e Stati Uniti.

Durante la sua permanenza come  Maestro residente presso l’Istituto Lama Tzong Khapa (2009 – 2011) Kensur Rinpoce – che significa prezioso ex abate – ha insegnato la filosofia della Via di Mezzo (Madyamika) sulla base dei trattati canonici e in quanto prevista dal programma di studi del Masters Program.


Ghesce Ciampa Ghiatso

(1931-2007)

Ghesce Ciampa Ghiatso (Gyatso o Ghiatzo), affettuosamente chiamato “ghesce-la”, dai discepoli durante tutto il suo periodo di permanenza in Istituto, nacque in Tibet da una famiglia nomade di ceto medio, in una zona chiamata Dham, vicino a Lhasa. Ricevette i voti di aspirazione monastica da ragazzino, ma rimase in famiglia fino a tredici anni. Quando entrò a studiare nell’Università Monastica di Sera Je, Ghesce-la fece subito amicizia con un altro giovane monaco, di nome Thubten Yeshe (che divenne più tardi Lama Yeshe, il fondatore dell’FPMT). In seguito all’invasione cinese, nel 1959 fuggì in India, dove rinnovò la sua conoscenza dei testi canonici nel campo profughi di Buxa Duar. In seguito studiò nell’appena costituita Università di Studi Sanscriti, a Varanasi (l’antica Benares) e infine nel Collegio Tantrico Inferiore. Nel 1972 conseguì il livello più alto di Ghesce Lharampa, poi il diploma di Acharya (Maestro) e il titolo tantrico di Ngagrimpa.

Alcuni anni più tardi, dopo essersi impegnato in vari progetti di studio e ricerca di filosofia buddhista, Ghesce-la ricevette una lettera del suo vecchio amico Thubten Yeshe, che gli chiedeva di recarsi a insegnare in Europa. Nel 1980, dopo un periodo di insegnamento agli occidentali confluiti al monastero di Kopan (Nepal), arrivò all’Istituto Lama Tzong Khapa, dove rimase fino al suo trapasso, nel novembre del 2007.

Durante la sua permanenza in Italia, Ghesce-la tenne un enorme numero di corsi, di varia durata, sia all’Istituto Lama Tzong Khapa, sia in molti altri centri FPMT in Italia, Spagna, Francia e Inghilterra; in Italia accettò numerosissimi inviti per tenere conferenze in centri di tradizioni anche non buddhiste e associazioni culturali varie, e ricevette a colloquio privato un grande numero di persone. Il suo amore infinito, la sua compassione intelligente e la sua sapienza conquistavano i cuori ovunque andasse, e molte persone iniziarono il proprio percorso spirituale con la sua amorevole guida.

Oltre a questa intensa attività, dal 1983 al 1987 completò il commentario esteso di tre importanti trattati di buddhismo (Abhisamayalankara, Madyamakavatara e Abhidharmakosha) e spiegò altri testi importanti di filosofia e psicologia buddhiste, come corpo di studio e meditazione dell’appena nato Study Program per ghesce e maestro-istruttore. Dal 1988 al 2004, Ghesce-la insegnò tutti i trattati e i testi del primo Masters Program residenziale dell’FPMT e, dal 2005 al 2007, con Ghesce Tenzin Tenphel come insegnante-assistente, spiegò i soggetti del primo Basic Program residenziale FPMT.

Ghesce-la fu anche abate del monastero maschile di Nalanda in Francia, che visitava periodicamente, del monastero maschile Takden Shedrup Dhargye Ling e del convento femminile Shenpen Samten Ling, entrambi con sede provvisoria all’Istituto. Morì il 27 novembre 2007, ma restò nel corpo in assorbimento meditativo (tukdam) per una settimana, durante la quale non vi furono segni di decomposizione fisica. Il suo corpo fu cremato nell’area dell’Istituto
Lama Tzong Khapa, con una tradizionale cerimonia tibetana, il giorno stesso della celebrazione annuale del trapasso di Lama Tzong Khapa (1357 – 1419).


Ghesce Yeshe Tobden

(1926-1999)

Ghesce Yeshe Tobden (il cui nome in Italia è noto e pubblicato come Ghesce Yesce Tobden o Tobten) studiò in Tibet nell’ Università Monastica di Sera Me, finché non fu arrestato e imprigionato dagli invasori cinesi. Fuggì dalla prigione e passò due anni a percorrere a piedi l’altopiano tibetano verso l’India. Arrivato nella nuova patria, terminò gli studi e conseguì il diploma di Ghesce Lharampa presso l’Università Monastica di Sera Me, trasferita in India. Nel 1979 Ghesce Yeshe Tobden divenne il primo Maestro residente dell’Istituto Lama Tzong Khapa, dove insegnò per due anni e ricevette a colloquio privato sia i membri della comunità buddhista nascente, sia persone partecipanti ai corsi. La sua sapienza e la sua grande compassione conquistarono il cuore di molte persone, che lo scelsero come guida spirituale. Per quasi 30 anni della sua vita, Ghesce Tobden meditò in una piccolo eremo sopra McLeod Ganj (Dharamsala, India), tornando ogni due anni in Europa e negli USA per insegnare e ascoltare discepoli e studenti. Morì in India il 31 luglio 1999, rimanendo nel corpo per 12 giorni, in assorbimento meditativo (tukdam), durante i quali non vi furono segni di decomposizione fisica.

A seguito di lunghe e attente indagini, Sua Santità il Dalai Lama sconsiglia vivamente ai buddhisti di tradizione tibetana di coltivare la pratica dello spirito noto come Dolgyal (Shugden). Egli ha dichiarato che, come leader buddhista, con una particolare preoccupazione per il popolo tibetano, è sua responsabilità di parlare delle conseguenze dannose di questo tipo di culto dello spirito. Sua Santità ha chiarito che la decisione di seguire o non seguire i suoi consigli è una scelta individuale. Tuttavia, poiché si sente fortemente quanto sia una pratica negativa, ha chiesto a chi continua a praticare Dolgyal di non recarsi ai propri insegnamenti religiosi formali, i quali richiedono tradizionalmente lo stabilirsi di un rapporto maestro-discepolo. Grazie.

Maggiori informazioni: https://www.dalailama.com/messages/dolgyal-shugden


Gli insegnamenti provengono dai discorsi originari di Buddha Shakyamuni