Abbiamo pensato fosse giusto predisporre un documento che riassumesse le risposte ai dubbi più frequenti e ricordasse in generale come il testamento sia uno strumento per disporre liberamente dei propri beni per il tempo in cui avremo lasciato questo corpo.
Molto spesso l’inconsapevolezza circa la certezza della morte e l’incertezza del momento della morte si traduce in volontà non rispettate, in scie di dolore legate a dissidi e ancor di più in dimenticanze verso quelle persone o istituzioni che hanno rappresentato i valori più sentiti in vita. Quando si parla di lasciti si fa riferimento a un atto con il quale taluno dispone una donazione di beni mobili e immobili e/o valori in favore di terzi dopo la propria morte.
Se vuoi saperne di più e/o hai deciso di fare anche un piccolo lascito all’Istituto puoi scrivere a direzione@iltk.it oppure comunicazione@iltk.it.
Grazie.
Al termine degli insegnamenti di maggio 2013, tenuti dal venerabile Lama Ciampa Monlam in Istituto, il Maestro ha spiegato l’importanza di sostenere un Centro di Dharma in quanto luogo dove si creano cause e condizioni per il raggiungimento della pace interiore e quindi universale. Ha raccontato come in Tibet fosse usuale lasciare ai monasteri i propri beni per contribuire anche dopo la morte, al fiorire del Dharma e della pace.
La parola testamento evoca spesso scongiuri, scaramanzie e timori, rimandando la sua redazione ad un futuro indefinito e indefinibile come se il momento della morte fosse a propria discrezione o come se il fare o non fare testamento avesse di per sé il potere di allontanare o avvicinare il momento della morte.
In realtà il testamento è l’unico strumento che ci consente in vita di scegliere a chi affidare i nostri beni per il momento in cui non ci saremo più.
Il testamento è una garanzia rispetto alla volontà di chi lo redige; è spesso considerato un atto tipico di chi è in possesso di notevoli ricchezze o di chi desidera suddividerle tra persone che a volte non coincidono con i congiunti più stretti che avrebbero diritto per legge ad ereditare.
Si è portati inoltre a pensare che nel testamento si debba disporre di tutto il proprio patrimonio mentre in realtà è possibile anche indicare beneficiari di singoli beni mobili o immobili.
Il testamento è inoltre l’atto con cui anche la sensibilità sociale può essere dimostrata attraverso un contributo ad enti o istituzioni che esprimono i valori più sentiti.
Disporre volontariamente dei propri beni è un atto di responsabilità verso i nostri cari anche dopo la vita. Evita che determinati beni finiscano a persone non scelte direttamente o personalmente ed è un atto di responsabilità perché permette di individuare un amministratore fiduciario dei beni, eventualmente destinati a minorenni, garantendone le modalità di amministrazione.
Inoltre disporre tramite testamento valorizza i legami. Consente di lasciare agli amici qualcosa dei propri beni o qualche oggetto significativo e permette di tutelare quei valori che sono stati nostri, destinando parte dei propri beni ad enti a cui si è stati molto legati in vita.
Se non fai testamento al di fuori di quanto spettante alle categorie designate per legge, tutto andrà allo Stato.
Per ciascuno di noi il patrimonio è quanto resta dell’impegno di tutta la vita. Nel rispetto della legge ognuno può decidere a chi e come destinare i propri beni. Il testamento è infatti l’unico atto che ci consente di stabilire in vita a chi lasciare beni immobili, mobili o denaro. Non è indispensabile disporre per tutto il proprio patrimonio. Possono essere indicati anche singoli beni ai quali si vuole dare una destinazione specifica
Può fare testamento chiunque abbia compiuto la maggiore età e sia capace di intendere e volere. Anche chi ha problemi fisici e non è in grado di firmare può fare testamento se assistito da un notaio, alla presenza di due testimoni. Esiste inoltre la possibilità di modificare il testamento in tempi successivi qualora siano mutate le condizioni o a fronte di particolari eventi.
In essenza le forme e le modalità per redigere testamento sono due: il testamento pubblico e il testamento olografo.
Il testamento pubblico
Si redige direttamente dal notaio alla presenza del testatore e di due testimoni. Il notaio conserva l’atto che viene messo al riparo da qualsiasi evento naturale od umano. Il testamento notarile attesta inoltre la piena capacità di intendere e di volere del testatore.
Il testamento olografo
È la compilazione a mano delle volontà testamentarie. Non vi possono essere cancellature e tutte le parole devono essere chiare e leggibili.
Non può essere redatto a macchina o computer.
Non può essere scritto da altri nemmeno sotto dettatura. Il documento deve recare data e firma per esteso per nome e cognome. Si consiglia comunque di scriverne a mano tre copie e poi così distribuirle
una copia depositata presso un notaio di fiducia,
una copia a persona di fiducia,
una copia conservata in luogo sicuro.
Esempio di testamento olografo
le formule da utilizzare nel testamento possono essere le seguenti:
1) Se si desidera lasciare un lascito di beni mobili o immobili:
” …Lascio alla Fondazione/Associazione (…Istituto Lama Tzong Khapa) a titolo di legato… (segue breve descrizione, se si tratta di beni immobili, o indicazione della somma, se si tratta di denaro o titoli), per i fini istituzionali dell’Ente”.
2) Se si desidera dominare erede universale (o coerede) l’Ente sopra indicato:
“. ..Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio erede universale (o coerede) la Associazione (Istituto Lama Tzong Khapa) lasciando ad esso tutto quanto mi appartiene, per i fini istituzionali dell’Ente”.
(luogo e data) (firma per esteso)
Il testamento deve essere scritto di mano propria dal testatore