TITOLO: “Amorevole gentilezza”.
PRESENTAZIONE:
Quando si comprende l’infelicità nostra e di tutti gli esseri senzienti che proviene dai troppi desideri che non riescono mai ad essere soddisfatti, sorge nel nostro cuore il pensiero amorevole che sarebbe meraviglioso se invece tutti gli esseri fossero felici.
La parola sanscrita “Maitri” significa benevolenza, mentre nella lingua pali viene usato il termine “Metta”, ma entrambi provengono da una sola sorgente: il nostro amorevole desiderio che si possa essere felici, che lo siano le persone a noi care, ma che lo siano anche coloro che non conosciamo bene e addirittura coloro che per noi sono o sono state persone difficili, che ci hanno creato problemi o anche sofferenza.
Quando riusciamo a liberarci del nostro ego e cominciamo a guardare oltre, il pensiero diventa incommensurabile, senza confini, e si desidera, con tutto il nostro amore, che tutti gli esseri possano essere felici, sereni, con la pace nel cuore.
Questo secondo ritiro parte proprio da qui, dal generare la mente amorevole, ovvero dare vita ad un nuovo modo di pensare e di agire, viene così abbandonata qualsiasi intenzione di danneggiare gli altri e viene costruita la benevolenza. Essa renderà certamente felici noi stessi, ma nello stesso tempo tutte le nostre azioni di corpo, parola e mente avranno un’unico intento: coltivare la benevolenza verso tutti gli esseri senzienti.
Anche in questo ritiro ci eserciteremo nella pratica del TONG-LEN, usando il respiro per prendere ipoteticamente la sofferenza degli esseri e donare il nostro amore, come sempre verrà adottata la meditazione di consapevolezza e la meditazione camminata, ma faremo uso anche della meditazione analitica.
Per tutta la durata del ritiro verrà osservato il “Nobile Silenzio”, nella sessione dopo la colazione verranno date spiegazioni e chiarimenti sull’argomento e nella prima sessione pomeridiana ci sarà lo spazio per le domande.
La prima sessione del mattino sarà alle 6,45 seguita da una meditazione camminata e via via tutte le meditazioni sedute saranno alternate da meditazioni camminate.
Lo scopo di questo ritiro è proprio quello di soffermarci su quanto sia importante dare spazio all’amore e quanto sia importante liberarsi dalla chiusura interiore e dalla rabbia.
Dal 10° Capitolo del Bodhisattvacharyavatara “La dedica”:
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Possa la mia condotta di vita
essere proprio come quella di Manjushri,
che si adopera per soddisfare i bisogni degli esseri
di cui lo spazio nelle dieci direzioni è colmo.
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Per quanto a lungo durerà lo spazio,
per tutto il tempo in cui vi rimarranno gli esseri,
fino ad allora anch’io possa restare,
per eliminare le sofferenze del mondo.
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Per quante siano le sofferenze degli esseri trasmigratori,
possano tutte maturare su di me,
e per il potere del Sangha dei bodhisattva
possano quelli sperimentare la felicità.