La relazione di coppia genera meccanismi di attaccamento ma anche occasioni di trasformazione di conflitti.
Comprendere a pieno cosa siano amore e compassione, interdipendenza e transitorietà ci aiuta a capire cosa significhi amare evitando di scivolare in fraintendimenti, inutili buonismi o sacrifici privi di ragione.
La relazione, esperienza così centrale per tutti noi, è così spesso fuori dal campo della nostra consapevolezza e comprensione o, al contrario, è a volte ossessivamente presente nei nostri pensieri accompagnata da un tentativo a volte disperato di controllare e/o possedere l’altro o il rapporto.Talora inoltre nell’intimità delle coppie e delle famiglie, la violenza (fisica o psicologica) trova terreno fertile. Come è possibile questo? Come riconoscerlo? In che modo la pratica del Buddhismo può essere di aiuto?
Cosa intendiamo dunque quando sentiamo o diciamo “Io ti amo”, e perché talora non riusciamo a dirlo o sentirlo? Come la relazione di coppia può diventare pratica di Dharma, di consapevolezza, amore e compassione.
Sia quando l’unica strada è la separazione sia quando invece la coppia passa la vita assieme (fino alla separazione della morte); che il rapporto sia costruttivo o distruttivo, la pratica di consapevolezza e compassione sostiene, chiarifica e aiuta a rimanere in relazione con sé e con l’altro.
Questo protocollo a tappe, investiga il tema della relazione e dello stare assieme e contiene spunti e tecniche meditative estrapolati da diversi testi buddisti presentati in forma laica e di sintesi con ricerche occidentali, soprattutto in materia di neuroscienze. Ci saranno inoltre spazi di condivisione per lasciare che anche l’esperienza dei partecipanti possa intendersi come strumento di crescita del gruppo.