La presa di coscienza della nostra interdipendenza ci fa vedere come le nostre vite sono sostenute da una complessa rete tessuta dal lavoro di innumerevoli persone. Senza tutte le azioni quotidiane – visibili e invisibili – che altri compiono non ci sarebbe possibile vivere.
La gratitudine è il gioioso riconoscimento di questa realtà.
Iniziare la propria giornata con un “grazie alla vita” per tutto ciò che riceviamo è la premessa per il risveglio spirituale.
La gratitudine per ciò che di buono c’è nella nostra vita ci fornisce la base per affrontare e superare le difficoltà; ci fornisce la chiave per aprire il nostro cuore al ‘bene’ comune. Sentimenti di gratitudine sono sempre accompagnati da un più elevato stato vitale e dall’ampliamento delle nostre facoltà. E più la nostra vita si espande, più profondo diventa il nostro senso di gratitudine, tanto da permetterci di accogliere perfino le difficoltà che ci troviamo ad affrontare.
Essere in grado di voltarsi indietro e apprezzare le proprie lotte è segno di forza morale.
Essere capaci di accogliere con gratitudine persino le prove più severe, con pazienza, fede e fiducia, saggezza e amore, radicati nel profondo convincimento della vittoria finale, è espressione della condizione vitale di assoluta libertà del Buddha. L’essenza stessa del Buddhismo.
Al contrario l’ingratitudine è una conseguenza dell’arrogante illusione che siamo totalmente separati gli uni dagli altri e da ciò che ci circonda. Perdere di vista la realtà della nostra interdipendenza ci rende facili prede degli impulsi distruttivi dell’avidità, dell’avversione e dell’ignoranza. Conservare un senso profondo di gratitudine mette le nostre vite in collegamento con questo impulso. Agire in base a questo senso di apprezzamento – ripagare i debiti di gratitudine – significa agire in accordo con il ritmo stesso dell’universo. Sviluppare il proprio carattere, sostenere ciò che accresce la vita e opporsi a ciò che la sminuisce, intraprendere azioni basate su un coraggioso spirito umanitario – questo è ciò che dà piena espressione alla nostra umanità ed innata dignità della vita.
Questo può essere considerato il vero spirito della religione.
La trasformazione della società e la pace sono possibili mettendo in pratica questo spirito. In questo seminario ripercorreremo alcune esperienze della nostra vita per esprimere la nostra gratitudine verso i nostri genitori, perché è tramite loro che siamo nati e che siamo connessi con la più grande rete dell’esistenza; verso tutti coloro che ci hanno educato al bene, i nostri maestri/e che con i loro insegnamenti hanno contribuito a formare il nostro carattere attraverso un’influenza positiva; verso la società che rappresenta il luogo dove operiamo. In questo senso i genitori, gli educatori e la società in cui viviamo fungono da sostegno alla vita. Possono anche rappresentare la compassionevole natura fondamentale dell’universo, il principale impulso evolutivo della vita che la fa muovere verso la realizzazione del suo pieno potenziale.
Il ritiro di meditazione sarà condotto da Mario Thanavaro che sulla base di 40 anni di esperienza meditativa sotto la guida dei più grandi Maestri di Saggezza del nostro tempo, in modo comprensibile e approfondito, introdurrà i partecipanti nell’atmosfera unica del ritiro spirituale. Nel corso del ritiro darà insegnamenti, istruzioni pratiche sulla meditazione seduta e camminata, cercando di risvegliare in coloro che non abbiano mai partecipato a un ritiro la percezione delle proprie necessità di ricerca spirituale, e in chi già ha avuto l’opportunità di vivere quell’esperienza, il ricordo vivificante del percorso già compiuto.