La forza e la praticità sono la caratteristica che distinguono il modo di insegnare della ven. Robina e ogni consiglio da lei conferito risveglia dalla pigrizia e dall’inattività della pratica del Dharma come un battito di mani improvviso. Seguire questo ritiro può aiutarci moltissimo a trovare il modo per applicare nell’azione gli insegnamenti che abbiamo ascoltato fino ad oggi.
Lama Tsongkhapa scrive in modo lirico sugli insegnamenti del Signore Buddha sull’origine dipendente – il “re della logica” per dimostrare la vacuità, come dice Lama Yeshe. Con questa visione perfetta, dice Je Rinpoche, non possiamo mai “cadere nell’abisso del grande errore” del nichilismo, uno dei malintesi più comuni sulla vacuità.
Nell’arco di tre giorni, indagheremo come nella sua letteratura sul sentiero graduale Lama Tsongkhapa ci conduca abilmente allo sradicamento dell’attaccamento all’ego, l’assunzione primordiale di un sé separato, guidato dalla paura, che semplicemente non esiste.
Nel primo ambito della pratica, iniziamo applicando la legge del karma – un esempio del primo livello di origine dipendente: causa ed effetto – che contrasta gradualmente i nostri sentimenti pervasivi di disperazione e autocommiserazione, facendoci capire che siamo la fonte della nostra stessa felicità e sofferenza.
Nell’ambito medio, arriviamo alla radice del problema scavando in profondità nella nostra mente – è lì che si trova il laboratorio, come dice Lama Zopa Rinpoce – e identificando le nostre delusioni, in particolare l’attaccamento, così come l’avversione, la gelosia e il resto, riconoscere che queste emozioni distorte, le voci principali dell’io fantastico, ci tengono bloccati nel nostro limitato senso del sé.
Infine, combinando la nostra pratica con bodhichitta, siamo attrezzati per comprendere i livelli più sottili dell’origine dipendente e per usare questa logica per sradicare del tutto l’attaccamento all’ego e per raggiungere il nostro potenziale naturale di chiarezza, gioia e compassione illimitata.