L’intervista: Bork dalla Germania per studiare il Basic Program

– Bork, tu vieni dalla Germania. Sei quindi, tra gli studenti del Basic Program, una persona che viene da una media distanza. Vuoi spiegarci come è nato il tuo interesse per il Buddhismo e se questo è il primo programma di studi che fai?

– Nel mio caso ci sono state due fasi. Ho avuto un momento difficile quando avevo 17 o 18 anni. Mi dissi: ma cosa significa tutto questo? Ho letto opere di filosofi occidentali, come Camus e Sartre. Mi sono occupato della questione del “significato della vita”. Nello stesso tempo ero in un atteggiamento di rifiuto rispetto a tutte le religioni. Un giorno mi è capitato di leggere in una rivista un articolo in cui si intervistavano gli esponenti delle cinque religioni più importanti in Germania. Ho subito pensato a proposito del Maestro Buddhista: è davvero convinto di quello che dice. Il seguito è stato abbastanza rapido. Ho mandato una cartolina al Centro di Amburgo dove insegna il Maestro. Insieme con la risposta mi mandarono un libro di Ghesce Rabten, che mi ha permesso di scoprire i principi di base del Buddhismo. Sono quindi diventato Buddhista. Devo però ammettere che questo primo contatto non ha cambiato il mio modo di vivere. Sono quindi arrivato a quasi 30 anni. Avevo un buon lavoro a Monaco di Baviera, e delle prospettive di carriera. Ho però concluso che tutto questo non mi bastava. Sono venuto a sapere che a soli 10 minuti a piedi da casa mia si trovava l’Istituto Arya Tara, un centro di Buddhismo tibetano. Ho cominciato ad andarci regolarmente. Ho imparato ad apprezzare l’eccezionale qualità degli insegnamenti del Ven. Fedor. Il Ven. Fedor andava regolarmente al monastero Nalanda, nel sud ovest della Francia. In modo quasi naturale mi è quindi nata l’aspirazione di raggiungere un livello più alto nel Buddhismo. Sono quindi stato uno studente del Basic Program di Nalanda dal 2013.

– Il Basic Program risponde alle tue aspettative?

– Sì, certamente. Qui trovo un’autentico sguardo nella tradizione Buddhista tibetana. E’ proprio quello che speravo.

– Come definiresti le circostanze della tua vita: puttosto favorevoli o piuttosto sfavorevoli per la pratica del Dharma?

– Posso dire di essere molto soddisfatto fin’ora della mia vita e delle mie scelte.

– Come ti è riuscito di combinare la tua professione e il Dharma?

– Da circa dieci anni faccio un lavoro un po’ particolare, che fanno forse solo 30 persone in tutta la Germania. La sua particolarità è che devo lavorare essenzialmente tra i mesi di maggio e agosto. A questo si aggiunge che godo della completa fiducia dei miei superiori, così che lavoro in modo molto indipendente. Posso così combinare la mia professione e il Dharma in modo veramente ottimale.

– Sono venuti a conoscenza i tuoi colleghi del tuo interesse per il Buddhismo?

– Con i miei superiori ho giocato a carte scoperte. Anche i miei colleghi di lavoro sono al corrente del mio interesse. Posso dire che la loro reazione è stata complessivamente positiva.

– Stai seguendo una pratica del Dharma quotidiana, e se sì, l’hai messa a punto da solo o hai seguito le istruzioni di un Maestro?

– Non ho un Maestro personale, oppure se preferisci, il mio Maestro è Buddha Shakyamuni. L’inverno scorso sono andato a fare un ritiro di Vipassana di 60 giorni in Birmania. Qui ho incontrato una tradizione autentica di Buddhismo, anche se diversa da quella del Buddhismo mahayana tibetano. Ho analizzato con molto interesse le differenze e le similitudini tra le due tradizioni. Questo mi ha anche molto aiutato a capire la tradizione tibetana. Così è nato anche il mio esercizio quotidiano dell’imparare a memoria. L’imparare a memoria i testi buddisti ha per me un significato profondo. Per me esso è associato all’addestramento mentale e alla consapevolezza. Lo considero un presupposto per la meditazione e anche una meditazione in sè.

– Grazie Bork per questa intervista. Sicuramente i lettori di lingua tedesca e non, troveranno qui una fonte di ispirazione.

Informazioni relative al Basic Program:http://www.iltk.org/programmi-studio/basic-program-buddhismo/
Intervista a cura di Paolo Sala

—— INTEVIEW MIT BORK DREWER (ORIGINAL DEUTSCHE FASSUNG)——

– Bork, Du kommst aus Deutschland, und somit bist Du, unter den Studenten des Basic Program, einer der aus einer mittleren Entfernung kommt. Würdest Du uns erzählen, wie Deine Interesse für Buddhismus entstanden ist und ob das Dein erstes Studienprogramm ist?

– Es sind bei mir zwei Wellen gewesen. Als ich 17,18 war, habe ich eine schwierige Zeit gehabt. Zu mir sagte ich, was soll das? Ich habe Werke von den westlichen Philosophen gelesen, wie Camus, Sartre. Ich habe mich mit dem “meaning of life” beschäftigt. Gleichzeitig war ich in einer Phase der Ablehnung der Religionen. Dann habe ich zufällig im PM-Magazin ein Artikel gelesen, in dem die Vertreter der fünf wichtigsten Religionen in Deutschland interviewt wurden. Von dem buddhistischen Meister habe ich gleich gedacht: der meint wirklich was er sagt. Dann ging es ziemlich schnell. Ich habe eine Postkarte dem Zentrum in Hamburg geschickt, wo der Meister der Lehrer ist. Zusammen mit der Antwort kam auch ein Buch von Geshe Rabten, das mir die Entdeckung der Grundprinzipien des Buddhismus ermöglichte. Ich bin somit Buddhist geworden. Ich muss aber gestehen: dieses erstes Kontakt hat mein Leben nicht geändert.
Dann war ich fast 30. Ich hatte einen guten Job in München, und eine Karriereperspektive. Ich stellte aber fest: das reichte mir nicht. Als ich erfahren habe, dass das Arya Tara Institut, ein Zentrum des tibetischen Buddhismus, nur 10 Minuten zu Fuss von mir entfernt war, habe ich angefangen regelmässig es zu Besuchen. So habe ich die ausgezeichnete Qualität der Belehrungen des Erw. Fedors schätzen gelernt. Der Erw. Fedor ging regelmässig zum Kloster Nalanda, in Süd-West Frankreich. So kam für mich auch in einer ziemlich natürlichen Weise auch das Bedürfnis mein Buddhismus auf ein höheres Niveau zu bringen. Seit Februar 2013 bin ich somit Student im Basis-Programm in Nalanda.

– Erfüllt das Basic Program Deine Erwartungen?

– Ja, bestimmt. Hier bekomme ich einen autentischen Einblick in die tibetische Buddhistische Tradition. Das war auch meine Erwartung.

– Würdest Du die Umstände Deines Lebens als günstig oder eher ungünstig für die Dharmapraxis bezeichnen?

– Ich bin mit meinem Leben und meinen bisherigen Enscheidungen sehr zufrieden.

– Wie ist Dir gelungen Beruf und Dharma miteinander zu verbinden?

– Schon seit zehn Jahren habe ich einen ziemlich eigenartigen Beruf, den vielleich nur 30 Leute in ganz Deutschland ausüben. Seine Besonderkeit ist, das ich im wesentlichen nur zwischen Mai und August arbeiten muss. Zu dem kommt noch, dass meine Vorgesetzten einen vollen Vertrauen in mir haben, was mich sehr unabhängig macht. So kann ich Beruf und Dharma optimal miteinander verbinden.

– Haben Deine Kollegen etwas von Deiner Interesse für Buddhismus erfahren?

– Ich habe mit meinen Vorgesetzten mit offenen Karten gespielt. Auch meine Arbeitskollegen wissen von meiner Interesse. Sie haben insgesamt ganz positiv reagiert.

– Hast Du eine tägliche Dharmapraxis bereits entwickelt, und wenn ja, hast Du sie selbst zu Stande gebracht oder bist Du den Anweisungen eines Lehrers gefolgt?

– Einen persönlichen Lehrer habe ich nicht, oder, anders ausgedruckt, mein Lehrer ist Buddha Shakyamuni.
Im letzten Winter habe ich an einem 60-Tägigen Vipassana Retreat in Burma teilgenommen. Hier bin ich einer autentischen Buddhistischen Tradition begegnet, die anders als die tibetische Mahayana Tradition ist.
Ich habe die Gemeinsamkeiten und die Unterschiede der beiden Traditionen mit viel Interesse analysiert. Das hat mir auch beim Verstehen der tibetischen Tradition sehr geholfen.
So ist auch meine tägliche Praxis des auswendigen Lernens entstanden. Das auswendige Lernen der Buddhistischen Texten hat für mich eine tiefe Bedeutung. Es steht für mich in Verbindung mit dem Geistes-Training, mit der Achtsamkeit. Ich halte es für eine wesentliche Voraussetzung für die Meditation und für eine Meditation an sich.

– Danke, Bork für dieses Gespräch. Ich bin sicher, dass Leser im deutschen, und nichtdeutschen Sprachraum, hier eine Inspirationsquelle finden können.

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